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Costo di alimentazione : quanto perdiamo in nutrienti dal campo alla mangiatoia?

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Costo di alimentazione : quanto perdiamo in nutrienti dal campo alla mangiatoia?

Lun, 04/11/2013 - 12:30 -- Cristian Rota

In tempi di cui molti allevatori cercano di capire la sostenibilità economica del proprio allevamento sia nell’immediato che nel futuro prossimo, cerchiamo di guadare alcuni punti che possono essere decisivi al riguardo. In un mercato del latte dagli elevati costi alimentari, capaci ormai di rappresentare sino al 60% del costo totale di produzione, la capacità di ridurre al minimo le inevitabili “perdite” di alimenti e del loro valore nutritivo nel percorso che va dal campo alla bocca degli animali offre una sostanziale opportunità di miglioramento economico dell’allevamento. Il numero di Ottobre del Farm Report del Miner Institute dedica a tale argomento l’articolo introduttivo a cura del suo presidente, il professor Rick Grant.Tali perdite, sottolinea Grant, in termini di quantità piuttosto che di valore nutritivo avvengono ripetutamente :alla raccolta dei foraggi, nello stoccaggio sia dei foraggi che dei concentrati, nonchè nelle operazioni che portano alla loro somministrazione agli animali: caricamento, miscelazione e scarico delle razioni in mangiatoia.

I fattori di “inefficienza” sono essenzialmente i seguenti:

1) variazione di sostanza secca o perdite di nutrienti a causa del vento, delle precipitazioni, di scoli dalle trincee, di  predazione da parte di altri animali.

2) inconsistente somministrazione di nutrienti (ovvero razioni che variano giorno dopo giorno) in ragione delle precarie condizioni operative del carro, del fatto che lavora con troppo e troppo poco carico, di un non corretto tempo di miscelazione piuttosto che di uno scarico non uniforme in mangiatoia.

3) scarsa qualità del lavoro di chi prepara le razioni nei riguardi della precisione di carico dei singoli ingredienti, della loro miscelazione e della loro somministrazione agli animali.

Tanto per dare alcuni numeri al riguardo l’autore stima che dalla raccolta in campo sino alla bocca degli animali le perdite di sostanza secca possono andare dal 17 al 64% nel caso di insilati di graminacee primaverili, e dal 12 al 23% nel caso del silomais. Nel caso  della precisione nel caricamento degli ingredienti è invece esperienza personale quella di aver constatato sovradosaggi di ingredienti quali soia, mais piuttosto che integratori variabili dal 10 al 25% rispetto alle quantità teoriche presenti nelle ricette.

Di fatto risulta chiaro come la misura e la conseguente gestione di questo problema rimanga una delle maggiori difficoltà presente negli allevamenti . A sostegno di tale argomentazione in  un recente convegno dedicato completamente all’efficienza alimentare svoltosi negli USA,  il prof  Normand St. Pierre della Ohio University, analizzando il concetto di massimizzazione dell’efficienza alimentare ha concluso la sua relazione affermando che vi è facilmente più guadagno economico da una riduzione sostanziale delle perdite di alimenti e nutrienti a partire dalla raccolta in campo sino alla mangiatoia che da una ricerca della massima efficienza alimentare a livello di digestione e metabolismo animale.

Di questo avremo modo di parlare ancora in uno dei prossimi post!

 

Fonte : Miner Institute "Farm Report"  October 2013

 26th ADSA Discover Conference on Food Animal Agriculture : Dairy Feed Efficiency; September 2013

 

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