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Stress Termico nelle Bovine da Latte

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Stress Termico nelle Bovine da Latte

Gio, 04/04/2019 - 00:00 -- grandateam

a cura di Crsitian Rota  consulente dairy Granda Team

Introduzione

Lo stress termico è uno dei fattori che maggiormente condiziona le performance di un allevamento di bovine da latte, influenzando negativamente parametri quali produzione, riproduzione e salute della mandria, e di conseguenza incidendo pesantemente sull’aspetto finanziario dell’impresa. Sebbene miglioramenti siano stati ottenuti sia dal lato delle tecniche di raffrescamento che delle strategie nutrizionali, tuttavia con l’entrata nella stagione estiva continuiamo a registriamo ogni anno un significativo peggioramento delle performance degli animali e del conto economico dell’allevatore.

Aspetti Metabolici                                                                                      

I meccanismi biologici attraverso cui lo stress termico determina i sui effetti sono attribuibili a:

  • Riduzione dell’ingestione di sostanza secca
  • Riduzione della ruminazione
  • Riduzione della digeribilità e assorbimento dei nutrienti
  • Aumento dei fabbisogni di mantenimento

 

Interessante ricordare come la ricerca abbia mostrato che la riduzione dell’ingestione spiega solo il 50% del calo della produzione in animali messi in condizione di stress termico. In tali condizioni in fatti avviene una variazione del metabolismo dell’animale tale per cui si determina una minor disponibilità di glucosio in sede mammaria con una conseguente  minor produzione  di latte.

Lo stress termico determina inoltre una sostanziale riduzione della produzione di saliva e del suo contenuto di bicarbonati, tale per cui le bovine risultano essere direttamente a maggior rischio di acidosi ruminale ed indirettamente più suscettibili di effetti collaterali quali problemi podali e riduzione del tenore di grasso nel latte.    

 

Formulazione delle razioni 

 In ragione di quanto appena esposto diventa necessario valutare strategie nutrizionali adeguate, soprattutto nel cercare di mantenere una normale funzionalità ruminale. Al fine di somministrare un adeguato livello di energia fermentescibile e nel contempo ridurre il rischio potenziale di acidosi le razioni dovrebbero:

 1)      Avere un minimo di NDF del 30% della s.s, di cui la maggior parte proveniente da foraggi di elevata qualità. Infatti l’inclusione di foraggi ed alimenti fibrosi con elevata digeribilità dell’NDF aiuta nel mantenere un’adeguata ingestione di energia riducendo al minimo i rischi di potenziali problemi ruminali.

 2) Risulta utile inoltre non eccedere con i livelli di amido, specialmente in strutture con problemi di cow comfort, garantendo nel contempo un adeguato livello di lipidi al fine di avere una adeguata concentrazione energetica.

 3) Per la parte riguardante la nutrizione minerale il potassio rappresenta il minerale chiave in situazioni di stress da caldo; la concentrazione di tale elemento dovrebbe essere almeno dell’1,5-1,7% della sostanza secca. Risulta infatti opportuno mantenere un livello di DCAD di almeno +30 mEq/100 grammi di sostanza secca.

 4) Va inoltre considerata la possibilità di integrare la dieta con micro-minerali organici per la sua azione sulla sanità dei piedi, nonché l’utilizzo di probiotici/lieviti per la loro opera di stabilizzazione dell’ambiente ruminale e di stimolazione l’ingestione.

 5) In caso di caduta della % di tenore del grasso nel latte, tipica della stagione estiva, buoni risultati possono ottenersi dall’utilizzo di grassi frazionati, in particolare dall’impiego di acido palmitico.

 

 

Acqua e gestione della mangiatoia

L’acqua è il nutriente più importante in questo periodo poiché essenziale sia per la produzione che per la termoregolazione delle vacche. Occorre quindi garantire un adeguato numero di abbeveratoi e mantenere l’acqua costantemente pulita e disponibile tutto il giorno. Questo è senza dubbio il sistema più semplice e meno costoso per ridurre lo stress termico. La razione va somministrata durante le ore meno calde della giornata (mattino presto e sera) aumentando se possibile il numero di volte in cui viene scaricata. Al fine di minimizzare il rischio di demiscelazione della stessa va aumentata inoltre la frequenza degli accostamenti, mantenendo a tale scopo anche un adeguato livello di umidità e di struttura fisica della razione. Occorre inoltre verificare regolarmente che gli alimenti insilati non diano luogo a processi di rifermentazione in mangiatoia, la quale inoltre deve essere mantenuta costantemente ben pulita tramite rimozione di tutti gli avanzi prima dello scarico di una nuova razione. 

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