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a cura di GrandaTeam

Mercato globale del latte: come si sta sviluppando e con quale conseguenze? seconda parte

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Mercato globale del latte: come si sta sviluppando e con quale conseguenze? seconda parte

Gio, 30/05/2013 - 10:44 -- Cristian Rota

Sviluppi salienti nel 2011: Costo di produzione aumentato in media di  5 US-$

Nel 2001 il costo di produzione è aumentato a livello mondiale in media di 5 US-$ per 100 kg di latte. L’elemento chiave di questo trend è stato l’aumento del 38% dei costi degli alimenti (secondo  l’indicatore IFCN dei prezzi degli alimenti a livello mondiale dove la soia incide per il 30% ed il mais per il 70%). Inoltre negli allevamenti nei paesi emergenti si è avuto un aumento dei compensi salariali e un terzo elemento di aumento è individuabile dall’aumento dei prezzi per energia e fertilizzanti.

Outlook per lo sviluppo dei costi nel 2012

Nel 2012 si prevede che i costi siano aumentati di un altro 5%, in ragione di alcuni principali fattori quali l’aumento ulteriore dei costi degli alimenti, gli elevati costi energetici e una maggiore competizione per l’acquisto di terra (con conseguente aumento del suo prezzo). Dal lato dei ricavi il prezzo medio da Gennaio ad Agosto è sceso del 24% rispetto allo stesso periodo nel 2011. Ne consegue una riduzione del margine di profitto nel 2012 rispetto al 2011.

Costi alimentari triplicati a partire dal 2006.

A partire dal 2006 i costi alimentari sono triplicati andando da 13 US-$ a 42 US-$/100 kg alimenti.Ciò è avvenuto in tre fasi con un aumento ogni volta di circa 10 US-$ per 100 kg di alimenti.

Gennaio 2006 - Novembre 2007: +70% da 13 to 22 US-$ /100 kg alimenti in ragione degli alti costi del petrolio e delle politiche sul biocarburante.  

Agosto 2010 – Febbraio  2011: +50% da 22 a 32 US-$ /100 kg alimenti.

Aprile 2012 - Agosto 2012: +30% da 32 a 41 US-$ /100 kg alimenti, aumento guidato dalle previsioni di carenza di disponibilità di derrate soprattutto in ragione della forte siccità che aveva colpito alcuni importanti stati agricoli negli USA.In Settembre si è osservato poi una leggera contrazione dei prezzi.  

Prezzo di un kg di alimenti concentrati maggiore del prezzo 1 kg di latte da Luglio 2012

Analogamente al 2009 il prezzo unitario degli alimenti è superiore a quello del latte, sebbene questo sia su livelli più elevati rispetto al 2009. Il rapporto prezzo latte/prezzo alimenti è sotto 1. Questo semplice indicatore indica quando l’economia degli allevamenti da latte va sotto pressione per la trasmissione del prezzo mondiale degli alimenti a livello aziendale. Sistemi di allevamento basati sull’uso elevato di alimenti concentrati (come avviene in Italia) sono maggiormente soggetti agli effetti negativi di questa situazione.

Possibile effetto degli elevati prezzi degli alimenti nel lungo periodo sull’economia degli allevamenti.

Step 1: Una trasformazione del prezzo mondiale dei concentrate nel prezzo nazionale.

Step 2: Il costo degli alimenti acquistati dipenderà dalle quantità acquistate e della durata dei contratti che gli allevatori potranno fare. 

Step 3: Un aumento del valore della terra arabile per produrre cerali/oleaginose. Ciò aumenterà il costo degli affitti.

Step 4:  Il “Costo Opportunità” della propria terra aumenterà dal momento che gli allevatori potranno trarre maggior profitto dal vendere alimenti che dall’uso di questi per alimentare le proprie vacche. Tale aumento del costo opportunità dipenderà dalle percezioni e dalle decisioni di ogni singolo allevatore.

Steps 5: Se i prezzi degli alimenti resteranno ai livelli elevati correnti aumenterà anche il prezzo dei terreni pascolativi, determinando un aumento del costo di produzione anche dei sistemi basati sul pascolo.

In conclusione

In periodi di elevati prezzi dei concentrati (mais, soia) allevamenti basati sul pascolo (come l’Irlanda)  usufruiscono di un vantaggio competitivo. L’adattamento dei sistemi di allevamento basati su un elevato utilizzo di input, al fine di migliorare la redditività aziendale, potrà avvenire sia attraverso un  aumento della produzione media di latte per capo (massimizzazione degli output) piuttosto che una riduzione della produzione (minimizzazione degli input) in funzione dello specifico contesto in cui l’allevatore si trova ad operare.  

 

Fonte :” Western Dairy Management Conference 2013”. T. Hemme “Impact of Global Dairy Development Panel”

 

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